lunedì 5 agosto 2013

Piero Gatto: un palermitano risponde...

Il problema non è il funerale a Palermo, ma " IL FUNERALE ". Seppellire un proprio caro è un diritto, l'ignoranza e le superstizioni hanno fatto si che questo diventasse Business. Le scartoffie e i documenti di cui parla il nostro bravo imprenditore ( finalmente ) non sono altro che palliativi per incrementare un mercato che al contrario sarebbe nullo. Quando un essere umano muore, è dovere dellacomunità dare, a chi in vivenza ne ha fatto parte, la giusta sepoltura. Ricco, Povero, Bello, Brutto, Uomo, Donna o Bambino, come disse il grande Totò " La Livella " davanti alla morte siamo tutti uguali e così deve essere. quando si muore, il comune di appartenenza dovrebbe prendersi cura del proprio figlio dando in egual modo, degna sepoltura. Capisco che la mia è un utopia, il mercato del morto muove svariati milioni di euro l'anno, il mio sarebbe troppo vantaggioso per il cittadino, poi darebbe troppo lavoro, il comune dovrebbe assumere tante persone per svolgere questo servizio, qualche tassa o qualche multa avrebbe un senso se in cambio avessimo un servizio del genere. No non è possibile non possiamo privare gli imprenditori funebri di rendere un diritto di un cittadino, in un affare milionario. Quindi caro Roberto apprezzo il tuo onesto intervento, ma sono convinto che nulla può cambiare perchè nessuno vuole che le cose cambino. Come i politici ci insegnano: "L'IMPORTANTE E' LAMENTARCI" di fare qualcosa non se ne parla proprio, perchè alla fine conviene così.

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