lunedì 5 agosto 2013

IL COMUNE DI PALERMO IN " ROSSO " ANCHE NEI SERVIZI CIMITERIALI

IL BILANCIO DI PREVISIONE PER L'ANNO 2013 DEL COMUNE DI PALERMO, PRESENTATO IERI ALLA STAMPA E ALLE PARTI SOCIALI , DOPO L'APPROVAZIONE DELLA GIUNTA DIVERRA' A TUTTI GLI EFFETTI OPERATIVO SOLO DOPO IL " VAGLIO " DEL CONSIGLIO COMUNALE.
LEGGENDO LE INDICAZIONI GENERALI E,  SENZA ENTRARE NEI DETTAGLI,   LE CRITICITA' PIU' EVIDENTI AFFERISCONO IL CAPITOLO DEI SERVIZI A DOMANDA INDIVIDUALE; QUEI SERVIZI CIOE' CHE, DIETRO IL PAGAMENTO DI UNA DATA TARIFFA, SONO EROGATI DALL'AMMINISTRAZIONE COMUNALE AI CITTADINI CHE NE FANNO RICHIESTA.

APPARE  SUBITO CON GRANDE EVIDENZA CHE  AD OGNI  SERVIZIO RESO NELLE MODALITA' SUDDETTE, IL COMUNE DI PALERMO NE " RICAVA " SOSTANZIOSE PERDITE CAUSATE, OVVIAMENTE,  DALL'OBBLIGO DEGLI ENTI TERRITORIALI  DI PRATICARE COSTI INFERIORI A QUELLI RICHIESTI DALL'IMPRENDITORIA PRIVATA.

TRA LE VARIE CRITICITA' (PERDITE) IN ORDINE AI RICAVI ED A FRONTE DELLE PRESTAZIONI RESE AI CITTADINI  " PAGANTI ", I SERVIZI FUNEBRI E CIMITERIALI RISULTANO QUELLI PIU' ONEROSI PER L'AMMINISTRAZIONE: 3 MILIONI 757 MILA € OTTENENDO UN TASSO DI COPERTURA SUPERIORE, ESATTAMENTE AL 56%.
ED IN RIFERIMENTO PROPRIO A QUEST'ULTIMO DATO, MI CHIEDO COME SIA POSSIBILE CHE IL COMUNE, PUR INCASSANDO SOMME PER PRESTAZIONI COME, AD ESEMPIO, ALCUNE DEL SERVIZIO  TRASPORTI FUNEBRI OPPURE  OPERAZIONI CIMITERIALI RICHIESTE (ANTICIPATAMENTE) AL CITTADINO ANCHE SE MATERIALMENTE NON VENGONO  EFFETTUATE ?

NEI PROSSIMI GIORNI SARA' MIA PREMURA PUBBLICARE UN ELENCO DETTAGLIATO DI QUALI E QUANTI SIANO QUESTI SERVIZI, UNITAMENTE ALLE TARIFFE RICHIESTE DALL'AMMINISTRAZIONE COMUNALE E TENTERO' DI " SVELARE " I MOTIVI DI TALI INCONGRUENZE.

E PROMETTO INOLTRE, DI PARLARE DEL PROGETTO DI REALIZZAZIONE DEL NUOVO CIMITERO COMUNALE INIZIANDO PROPRIO E PRENDENDO SPUNTO DAL BILANCIO DEL COMUNE DI PALERMO.
Continua......





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Mi piace ·  · L’evoluzione della cremazione in Italia

Il 20 settembre 2006 è caduto il primo centenario della nascita della Federazione Italiana per la Cremazione. È l’occasione per fare il punto sulla situazione evolutiva della cremazione nel nostro Paese.
In Italia la cremazione, nel corso del 2005, ha superato, pur se di poco, le 48.000 unità di cadaveri, su un numero di decessi di poco più di 567.000.
Incide, pertanto nell’8,5% del totale delle sepolture.
La cremazione è passata da circa 3.600 unità nel 1987, anno in cui venne introdotta la gratuità della cremazione, alle circa 30.000 del 2000.
Successivamente, all’inizio del 2001, la cremazione divenne ordinariamente a pagamento, come anche la inumazione in campo comune.
La onerosità non incise più di tanto nel trend rialzista, tanto che nel giro di cinque anni la cremazione ha raggiunto e superato le 48.000 unità annue.
È probabile che la cremazione passi dall’8,5% attuale al 30% nel 2050 (valori medi italiani, ma profondamente diversi tra Nord, Centro e Sud).
I due scenari alternativi, rispettivamente di minima e di massima, possono vedere la cremazione raggiungere il 25% e il 35%.
In termini numerici si ritiene probabile un numero di cremazioni nel 2050 prossimo alle 178.000 unità (contro le 48.196 del 2005).
Lo scenario minimo prevede 148.000 cremazioni e quello massimo quasi 208.000.
In tutta Europa è in atto una crescita della cremazione, che comprime le forme di sepoltura tradizionali (in genere negli altri Paesi è più diffusa la inumazione in terreno che non la tumulazione).
La media europea per l’anno 2002 vede la cremazione al 34% delle preferenze della popolazione, in lenta, ma continua crescita.
Lo sviluppo della cremazione è una necessità, specie nelle grandi città, dove vi è difficoltà a trovare spazi nei cimiteri.
Viene ritenuta, sostanzialmente a ragione, più ecologica delle altre forme di sepoltura.
È percepita dai cittadini come più economica delle altre forme di sepoltura e nel suo sviluppo è determinante avere impianti a distanza limitata (ad es. entro un raggio di 30 chilometri).
Elementi negativi e frenanti il suo sviluppo sono:
- la lontananza dal crematorio;
- la frammentazione temporale della cerimonia, dovuta alla serialità degli interventi;
- la mancanza di una posizione chiara della Chiesa in materia e soprattutto la carenza di una liturgia per chi sceglie la cremazione;
- la carenza di sistemi di memorializzazione propri della sepoltura di urne cinerarie (i cimiteri sono orientati al seppellimento di feretri, non di urne);
- una normativa incompleta e poco chiara per l’applicazione, frutto di stop and go, di interventi dapprima statali, poi regionali e ora comunali: una situazione applicativa a macchie di leopardo sul territorio;
- la difficoltà di installazione di nuovi impianti, per il timore (inconscio, ma non reale) di inquinamento. È più un problema psicologico, dato dalla percezione che dalla ciminiera esca un distillato di morte e non, come succede nella stragrande maggioranza dei casi, fumi controllati, con livelli di emissione entro i range ammessi.
Foto: L’evoluzione della cremazione in Italia

Il 20 settembre 2006 è caduto il primo centenario della nascita della Federazione Italiana per la Cremazione. È l’occasione per fare il punto sulla situazione evolutiva della cremazione nel nostro Paese.
In Italia la cremazione, nel corso del 2005, ha superato, pur se di poco, le 48.000 unità di cadaveri, su un numero di decessi di poco più di 567.000.
Incide, pertanto nell’8,5% del totale delle sepolture.
La cremazione è passata da circa 3.600 unità nel 1987, anno in cui venne introdotta la gratuità della cremazione, alle circa 30.000 del 2000.
Successivamente, all’inizio del 2001, la cremazione divenne ordinariamente a pagamento, come anche la inumazione in campo comune.
La onerosità non incise più di tanto nel trend rialzista, tanto che nel giro di cinque anni la cremazione ha raggiunto e superato le 48.000 unità annue.
È probabile che la cremazione passi dall’8,5% attuale al 30% nel 2050 (valori medi italiani, ma profondamente diversi tra Nord, Centro e Sud).
I due scenari alternativi, rispettivamente di minima e di massima, possono vedere la cremazione raggiungere il 25% e il 35%.
In termini numerici si ritiene probabile un numero di cremazioni nel 2050 prossimo alle 178.000 unità (contro le 48.196 del 2005).
Lo scenario minimo prevede 148.000 cremazioni e quello massimo quasi 208.000.
In tutta Europa è in atto una crescita della cremazione, che comprime le forme di sepoltura tradizionali (in genere negli altri Paesi è più diffusa la inumazione in terreno che non la tumulazione).
La media europea per l’anno 2002 vede la cremazione al 34% delle preferenze della popolazione, in lenta, ma continua crescita.
Lo sviluppo della cremazione è una necessità, specie nelle grandi città, dove vi è difficoltà a trovare spazi nei cimiteri.
Viene ritenuta, sostanzialmente a ragione, più ecologica delle altre forme di sepoltura.
È percepita dai cittadini come più economica delle altre forme di sepoltura e nel suo sviluppo è determinante avere impianti a distanza limitata (ad es. entro un raggio di 30 chilometri).
Elementi negativi e frenanti il suo sviluppo sono:
- la lontananza dal crematorio;
- la frammentazione temporale della cerimonia, dovuta alla serialità degli interventi;
- la mancanza di una posizione chiara della Chiesa in materia e soprattutto la carenza di una liturgia per chi sceglie la cremazione;
- la carenza di sistemi di memorializzazione propri della sepoltura di urne cinerarie (i cimiteri sono orientati al seppellimento di feretri, non di urne);
- una normativa incompleta e poco chiara per l’applicazione, frutto di stop and go, di interventi dapprima statali, poi regionali e ora comunali: una situazione applicativa a macchie di leopardo sul territorio;
- la difficoltà di installazione di nuovi impianti, per il timore (inconscio, ma non reale) di inquinamento. È più un problema psicologico, dato dalla percezione che dalla ciminiera esca un distillato di morte e non, come succede nella stragrande maggioranza dei casi, fumi controllati, con livelli di emissione entro i range ammessi.
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IL Funerale A Palermo LA DOMANDA E' : AVREMO MAI QUALCOSA DI SIMILARE NEI CIMITERI DI PALERMO ?

DEPOSITO O MAGAZZINO ?

Sala " deposito " feretri a norma del vigente REGOLAMENTO DEI SERVIZI CIMITERIALI del COMUNE di PALERMO - ( art.29 c. 1 - 2 Sez. IV ) che reca testualmente: c.1- LA CAMERA MORTUARIA DEVE ESSERE ILLUMINATA, VENTILATA PER MEZZO DI AMPIE FINESTRE APERTE DIRETTAMENTE VERSO LA SUPERFICiE SCOPERTA DEL CIMITERO E DOTATA DI ACQUA CORRENTE ; c. 2 - LE PARETI DI ESSA, FINO ALL'ALTEZZA DI M. 2, DEVONO ESSERE RIVESTITE DI LASTRE DI MARMO O ALTRA PIETRA NATURALE O ARTIFICIALE BEN LEVIGATA, OVVERO ESSERE INTONACATE A CEMENTO RICOPERTO DA VERNICE O SMALTO O DA ALTRO MATERIALE FACILMENTE LAVABILE; IL PAVIMENTO, COSTITUITO ANCH'ESSO DA MATERIALE LISCIO, IMPERMEABILE, BEN UNITO, DEVE ESSERE INOLTRE DISPOSTO IN MODO DA ASSICURARE IL FACILE SOLCO DELLE ACQUE DI LAVAGGIIO, DI CUI DEVE ANCHE ESSERE ASSICURATO IL FACILE ED INNOCUO SMALTIMENTO. A dire il vero, tutte le prescritte caratteristiche sono riscontrabili presso l'unica sala " deposito " che insiste nel cimitero " Rotoli " che non è in grado di ospitare un numero sempre più elevato di salme; nella sala" Bonanno " (acquisita al demanio come bene storico) tutte le prescrizioni previste dai regolamentii di Polizia Mortuaria NON sussistono e non potrebbe essere altrimenti in quanto il sito è immodificabile e sotto il vincolo della Sovrintendenza ai Beni Culturali che ha classificato come Cimitero Monumentale di S.Maria dei Rotoli

Cittadini che ne parlano....

Che cose allegre...di buon mattino.....
circa un'ora fa tramite cellulare · Mi piace

Hai ragione ma era un post che mon sono riuscito a completare ieri. Capisco ogni ritrosia ma questi problemi è giusto che vadano affrontati per risolverli.
circa un'ora fa tramite cellulare · Mi piace

Marco Colosi Purtroppo anche dopo la morte bisogna affrontare la maledetta burocrazia palermitana... Non hanno rispetto neanche per i morti.... E' una vergogna!!! Bravo , bisogna denunciare queste cose è inaccettabile....
ACCADEVA 6 YEARS AGO.......
Sarebbero circa 600 i massi a rischio caduta a Monte Pellegrino sul costone roccioso che sovrasta il cimitero dei Rotoli in cui un’ala è chiusa dal 2007 proprio per la caduta di massi. Lo ha detto l’ingegnere Giuseppe Riccio, responsabile del procedimento per la realizzazione dei lavori di messa in sicurezza.

L’avvio dei lavori, che permetterà la riapertura totale del cimitero, è previsto per gennaio. ( ANNO ????)
ACCADEVA...IL 20 GIUGNO 2012
Nuovo deposito al cimitero dei Rotoli
„La sala Bonanno, quella che fin ora è stata la protagonista dell’emergenza sepolture palermitana e ha contenuto centinaia di salme, tornerà ad ospitare il museo del camposanto di Santa Maria dei Rotoli. Ieri è stata completata, infatti, la nuova camera mortuaria che accoglierà le salme in attesa di sepoltura. Si tratta di un locale ampio, pulito, spazioso, areato, capace di contenere duecento salme e in casi di emergenza anche trecento. Gli uomini di Gesip hanno cominciato le procedure di trasferimento delle bare nei i nuovi locali e la Sala Bonanno, che fin ora è stata adibita e usata come grande deposito in aggiunta a quello già presente fra le tombe gentilizie del camposanto ma troppo piccolo per contenere i grandi numeri dell’emergenza, tornerà ad adempiere alla sua originaria funzione. Sono cominciati, inoltre, i lavori per la riparazione del forno crematorio guasto dalla fine di marzo. Secondo le promesse fatte da Gesip entro fine mese si dovrebbe tornare a cremare ai Rotoli dove, lo ricordiamo, c’è l’unica struttura di tutta la Sicilia.“

Piero Gatto: un palermitano risponde...

Il problema non è il funerale a Palermo, ma " IL FUNERALE ". Seppellire un proprio caro è un diritto, l'ignoranza e le superstizioni hanno fatto si che questo diventasse Business. Le scartoffie e i documenti di cui parla il nostro bravo imprenditore ( finalmente ) non sono altro che palliativi per incrementare un mercato che al contrario sarebbe nullo. Quando un essere umano muore, è dovere dellacomunità dare, a chi in vivenza ne ha fatto parte, la giusta sepoltura. Ricco, Povero, Bello, Brutto, Uomo, Donna o Bambino, come disse il grande Totò " La Livella " davanti alla morte siamo tutti uguali e così deve essere. quando si muore, il comune di appartenenza dovrebbe prendersi cura del proprio figlio dando in egual modo, degna sepoltura. Capisco che la mia è un utopia, il mercato del morto muove svariati milioni di euro l'anno, il mio sarebbe troppo vantaggioso per il cittadino, poi darebbe troppo lavoro, il comune dovrebbe assumere tante persone per svolgere questo servizio, qualche tassa o qualche multa avrebbe un senso se in cambio avessimo un servizio del genere. No non è possibile non possiamo privare gli imprenditori funebri di rendere un diritto di un cittadino, in un affare milionario. Quindi caro Roberto apprezzo il tuo onesto intervento, ma sono convinto che nulla può cambiare perchè nessuno vuole che le cose cambino. Come i politici ci insegnano: "L'IMPORTANTE E' LAMENTARCI" di fare qualcosa non se ne parla proprio, perchè alla fine conviene così.